dōTERRA è un'espressione di origine latina che significa "dono della Terra”.
La purezza è una delle caratteristiche più importanti di un olio essenziale. Quando un olio essenziale viene adulterato o contaminato, perde di efficacia e non soddisfa appieno le tue esigenze. La purezza è, sopra ogni altra cosa, la priorità principale per doTERRA nella produzione di un olio essenziale.
Sin dall’inizio, ci siamo prefissati la missione di offrire al mondo oli essenziali puri di alta qualità. Tuttavia, senza un modello autorevole di riferimento, doTERRA ha deciso di definire da sé uno standard per la purezza nell’industria degli oli essenziali.
Non tutte le aziende di oli essenziali scelgono di rispettare standard di qualità elevati, anzi, molte di esse prendono scorciatoie per risparmiare tempo e denaro. Purtroppo, quando non vengono effettuati test rigorosi, è impossibile garantire che un olio essenziale sia davvero “puro”.
Per garantire che ogni flacone di olio essenziale sia puro e privo di agenti contaminanti o additivi sintetici, doTERRA ha creato il processo CPTG™ (Grado di purezza certificato e testato). Il processo CPTG prevede un’analisi rigorosa di ogni lotto di olio, oltre a test indipendenti per garantire la trasparenza.
Alcune persone ci chiedono: “La purezza degli oli essenziali è davvero così importante?” oppure “Cosa succede se uso oli essenziali che non sono puri?”
La risposta è: sì, la purezza degli oli essenziali è molto importante. Se un olio è stato adulterato, contaminato o modificato con additivi sintetici, i benefici naturali della pianta vengono spesso compromessi.
Per questo doTERRA ci tiene così tanto alla purezza dei suoi oli essenziali. Se si utilizza un olio non puro, potrebbe essere difficile avvertirne i benefici e usarlo in modo sicuro. Tuttavia, quando si utilizzano oli essenziali puri e non adulterati, sarà più facile farne un uso sicuro e apprezzarne il pieno potenziale.
Come puoi sapere se i tuoi oli essenziali sono puri? Prima di acquistare oli essenziali, è opportuno fare qualche ricerca per scoprire come l’azienda reperisce, produce e testa i suoi oli.
Ecco alcune domande da chiedersi:
doTERRA avvia il processo di analisi CPTG subito dopo la distillazione, durante il quale viene esaminata la composizione chimica di ogni olio. Lo stabilimento di produzione di doTERRA svolge poi un secondo giro di test per garantire che gli oli distillati e analizzati durante la prima fase siano effettivamente quelli arrivati nello stabilimento. Viene poi condotta una terza analisi della composizione chimica quando gli oli vengono confezionati nei flaconi prima di essere spediti ai consumatori.
Ogni test effettuato serve a garantire che gli oli essenziali siano privi di contaminanti e che non siano avvenute alterazioni impreviste durante la produzione.
Il processo di analisi della qualità CPTG prevede otto passaggi principali per garantire che ogni lotto di oli essenziali doTERRA sia puro, non adulterato e sicuro per l’utilizzo previsto.
Ecco i test utilizzati da doTERRA per garantire la purezza degli oli essenziali:
L’analisi organolettica coinvolge l’uso dei sensi umani, nello specifico vista, olfatto, gusto e tatto. I distillatori esperti utilizzano i sensi come prima linea di analisi qualitativa al fine di ottenere indizi immediati sull’accettabilità di un prodotto. Se un olio presenta un odore insolito, una consistenza non uniforme o un colore strano, il distillatore saprà subito che qualcosa non va. Questa analisi è spesso utilizzata come fase preliminare di controllo qualità prima di condurre ulteriori test.
Con l’analisi microbica si testa un lotto di oli essenziali per rilevare la presenza di microorganismi inaspettati, come funghi, batteri, virus e muffe. La procedura prevede di aggiungere un campione di olio in un terreno di coltura sterile all’interno di una piastra di laboratorio chiusa. Il campione viene poi messo in incubazione e ne viene osservata un’eventuale crescita microbica. Il test viene svolto sui prodotti che entrano nello stabilimento produttivo e sui prodotti finiti prima della distribuzione per garantire che non vi siano contaminazioni durante l’imbottigliamento.
Con la gascromatografia un olio essenziale viene vaporizzato e fatto passare attraverso una lunga colonna per scindere i singoli componenti dell’olio. Ogni componente viaggia attraverso la colonna a velocità diverse a seconda del suo peso molecolare e delle sue proprietà chimiche, che vengono poi misurate all’uscita dalla colonna. Grazie a questo metodo di analisi, è possibile determinare quali composti sono presenti in un campione di prodotto.
La spettrometria di massa è utilizzata insieme alla gascromatografia per determinare ulteriormente la composizione di un olio essenziale. Nella spettrometria di massa, i componenti separati in precedenza mediante la gascromatografia vengono ionizzati e fatti passare attraverso una serie di campi magnetici. Grazie al peso e alla carica molecolare è possibile identificare la quantità di ciascun componente, fornendo ulteriori dati sull’efficacia di un olio essenziale.
La spettroscopia IR a trasformata di Fourier (FTIR) viene condotta per assicurare l’efficacia e la qualità costante di un lotto di olio essenziale. Questo metodo di analisi identifica gli elementi strutturali dei componenti degli oli essenziali. In una scansione FTIR, una luce a infrarossi di diverse frequenze viene puntata su un campione di olio essenziale e si misura la quantità di luce assorbita dal campione stesso. La qualità del campione si determina confrontando i risultati rilevati dall’analisi FTIR con un database storico per valutare i modelli di assorbimento rispetto ai campioni di alta qualità registrati.
La chiralità, un termine di origine greca che significa “mano”, è usata per descrivere l’orientamento tridimensionale di una molecola. Così come noi abbiamo due mani, le molecole chirali esistono in due forme, che si distinguono come mano destra e mano sinistra. Per comprendere meglio questo principio, osserva le tue mani: mettendole una accanto all’altra, sono una l’immagine speculare dell’altra.
Nelle molecole, ogni “mano” presenta proprietà chimiche differenti che influiscono sulle loro interazioni fisiologiche nell’organismo. Una mano viene prodotta prevalentemente in natura. Tuttavia, in un ambiente di laboratorio, il rapporto tra molecole di una mano destra o di una mano sinistra è sempre al 50/50 per via delle loro similarità strutturali. Il rapporto tra composti di una mano destra o di una mano sinistra può essere determinato da un particolare tipo di gascromatografia.
Sebbene non sia normalmente effettuato sulla base di ogni lotto, questo metodo di analisi è usato per assicurare che non siano presenti elementi sintetici negli oli essenziali.
La materia è composta da minuscoli mattoncini chimici chiamati elementi. Sebbene esistano decine e decine di elementi, ognuno di essi si distingue per il contenuto di protoni. A volte un elemento può esistere in più di una forma stabile in base al numero di neutroni che contiene. Quando questo avviene, gli elementi sono definiti isotopi. Il carbonio è un elemento che esiste in due isotopi stabili: il carbonio-12 (6 protoni e 6 neutroni) e il carbonio-13 (6 protoni e 7 neutroni).
Poiché gli oli essenziali sono composti organici, sono formati principalmente da atomi di carbonio e avranno un certo rapporto tra isotopi di carbonio-12 e carbonio-13. Questo rapporto varia in base alla posizione geografica.
Grazie a uno speciale tipo di spettrometria di massa è possibile determinare quali isotopi sono presenti in un olio essenziale e in che quantità. Se un olio essenziale viene reperito nella stessa località geografica, ogni componente in esso contenuto dovrebbe avere la stessa proporzione di isotopi. Se un particolare componente presenta un profilo isotopico diverso rispetto a quello di altri componenti, l’analista saprà che quel particolare olio essenziale è adulterato.
L’analisi dei metalli pesanti mostra la quantità di metalli pesanti contenuti in un determinato olio essenziale. Se distillati in modo adeguato, gli oli essenziali non dovrebbero contenere metalli pesanti. L’analisi ICP-MS utilizza un metodo ad alta energia chiamato plasma ad accoppiamento induttivo (ICP) per ionizzare il campione. Il campione viene poi analizzato con uno spettroscopio di massa che lo separa nelle sue parti costituenti e fornisce indicazioni sugli elementi presenti e in che quantità.